sabato 2 marzo 2013

Bokashi


Il bokashi non è un metodo di compostaggio, ma qualcosa di profondamente diverso, a partire dagli elementi che agiscono nella trasformazione della sostanza organica. Il compostaggio è un processo aerobico che sfrutta i processi di ossidazione degli scarti tramite organismi che proliferano in presenza di ossigeno. Il bokashi è una tecnica orientale che avviene in assenza (o quasi) di ossigeno, in altre parole è un processo anaerobico, una vera e propria fermentazione della sostanza organica. Il compostaggio ci restituisce un prodotto finito che può essere utilizzato direttamente sui terreni o nei vasi, il bokashi produce della materia digerita dal processo di fermentazione che ha delle caratteristiche fisiche e chimiche che non consentono l’utilizzo diretto come ammendante o concime. Infatti, il prodotto fermentato è acido e molto ricco in azoto e deve essere seppellito per completare il processo di trasformazione. Solitamente ci vuole una settimana di maturazione nel terreno, per avere un prodotto stabile che può essere mischiato alla terra dell'orto o al terriccio dei vasi. Il processo di fermentazione è svolto da una serie di microorganismi tra i quali il lactobacillus serum e alcuni lieviti, pur essendo un processo naturale con componenti naturali, la particolare miscela di microorganismi è un po’ complessa e si trova per lo più in vendita sui vari siti internet che trattano l’argomento, però è possibile realizzare in casa la preziosa miscela attivante, anche se non è proprio facilissimo (in uno dei prossimo post metterò la traduzione da un documento in inglese per la preparazione della miscela). Una volta ottenuto lo starter (comprato o autoprodotto) è necessario predisporre il contenitore; anche in questo caso su internet sono disponibili diversi modelli di fermentatore, si tratta in sintesi di un contenitore a tenuta con un cestello interno e un rubinetto alla base. Naturalmente, anche in questo caso il fai da te sostituisce egregiamente i prodotti commerciali. I rifiuti devono essere sminuzzati e inseriti nel cestello all’interno del contenitore poi vengono compattati e ricoperti dalla miscela attivante. Durante il processo, i rifiuti producono un liquido molto ricco in vitamine, amminoacidi e sali minerali che viene spillato attraverso il rubinetto e può essere utilizzato come concime diluito in acqua (1 tazza da te in 2-3 litri di acqua). Ogni volta che aggiungiamo gli scarti si deve spargere sopra la miscela di microorganismi. A differenza del compostaggio, un vantaggio non trascurabile del bokashi è che possiamo utilizzare tutti gli scarti di cucina, compresi oli, carni cotte, formaggi, bucce di agrumi, ecc. Un aspetto molto importante è la temperatura che deve essere compresa tra i 20 e i 35 gradi. Il bidone non deve essere esposto ai raggi solari e una volta riempito si deve lasciare chiuso a fermentare per 7-10 giorni. Se la temperatura è più vicina al limite inferiore del suddetto intervallo, lasceremo fermentare per 10-12 giorni, in estate è sufficiente una settimana. Durante questo periodo di fermentazione è necessario spillare, ogni due tre giorni, il liquido che si forma all'interno del contenitore. Una volta completato il processo, i rifiuti si saranno trasformati ed avranno un odore acidulo (tipo crauti), prendete il tutto, scavate una buca in giardino e versate all’interno il digestato. Alla fine ricoprite di terra e i microorganismi presenti nel terreno completeranno il lavoro. A questo punto il materiale può essere lasciato nel terreno come concime, oppure può essere dissotterrato e miscelato ad altra terra da utilizzare nelle varie coltivazioni. Per chi vuole fare il bokashi in appartamento, quest’ultima fase può essere realizzata mettendo il digestato all’interno di un grosso vaso con del terriccio e del compost che provvederanno ad operare le necessarie trasformazioni. Questa tecnica, una volta compresa, può diventare molto importante per tutti noi perché ci consente di ottenere un prodotto di alta qualità per il nostro orto/giardino o per i nostri vasi, ma soprattutto ci rende consapevoli che una piccola azione, fatta da una moltitudine di persone, diventa un potente strumento collettivo che evita la dispersione della sostanza organica, scongiura l’inquinamento delle falde con i percolati delle discariche, limita i costi per il conferimento in discarica ed infine elimina completamente il bisogno di utilizzare fertilizzanti chimici nei nostri terreni, restituendoci prodotti della terra sani, nutrienti e rigogliosi.

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